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Storia del vino Penisola Sorrentina

Fin dall’antichità si hanno testimonianze della particolare vocazione vitivinicola in Campania.

La viticoltura in Campania ebbe inizio nell’epoca romana, ma iniziò con l’arrivo degli Antichi Greci. I greci furono i primi a coltivare i semi della vitis vinifera come: Aglianico, Greco, Fiano, Falanghina, Biancolella e Piedirosso sono di origine greca.

Nelle numerose ville rustiche romane sono state ritrovate attrezzature utilizzate per la trasformazione delle uve in vino al punto che, nelle fattorie, vi erano quasi sempre uno o più torchi (torcularium). L’uva veniva dapprima pigiata con i piedi dai calcatores e di seguito posta in un cassone sul cui coperchio si faceva leva con un argano.

Il vino prodotto nella zona della Penisola Sorrentina conserva la tradizione e la genuinità senza stravolgere i gusti e gli aromi dell’uva, senza divenire un vino industriale.

La denominazione Penisola Sorrentina DOP comprende il comune di Sorrento e la zona costiera che lo circonda, in Campania.

Sorrento è il comune più importante della penisola da cui prende il nome. La zona si trova tra le acque azzurre del Golfo di Napoli e la cresta montuosa che costituisce la spina dorsale della penisola. L’altitudine massima è di 550 metri, sopra Sorrento, al di là della quale si trova la Costiera Amalfitana. Sorrento è uno dei tre comuni della penisola riconosciuti per la qualità dei loro vini. Gli altri sono Gragnano e Lettere, ed in quanto tali, hanno dato il nome alla tre sottozone DOP della Penisola.

L’orografia del territorio e l’esposizione prevalente dei vigneti concorrono a determinare un ambiente adeguatamente ventilato, luminoso e ben esposti adatti ad una viticoltura di qualità.

Aglianico

L’Aglianico è un noto vitigno italiano a bacca rossa, coltivato principalmente in Campania, Basilicata, Puglia e Molise.

È un vitigno antico, probabilmente originario della Grecia e introdotto in Italia intorno al VII-VI secolo a.C.

Viene spesso definito come il “Barolo del Sud”, per via delle caratteristiche in comune con il vino piemontese.

L’Aglianico si presenta con un vitigno a bacca rossa, a grappolo compatto o lungo e acini di piccola dimensione. Il clima perfetto per questo tipo di vino è quello mediterraneo collinare che garantisce inverni miti e una lunga esposizione ai raggi del sole.

Si presenta corposo, dal colore rosso rubino e dal sapore deciso, perfetto per accompagnare primi e secondi piatti a base di carne o ricche selezioni di formaggi

Falanghina

Il Falanghina è un vitigno a bacca bianca della Campania, dove la sua coltivazione si estende su un’area pari al 5% dell’intera superficie vitata della regione, che rappresenta il vitigno base di molti vini di pregio della Campania.

Il vitigno Falanghina sembra essersi insediato in Campania già in epoca romana, adattandosi subito al clima e alla composizione del terreno: potrebbe infatti derivare dal Falerno bianco, antico vino campano conosciuto e apprezzato dagli antichi romani.

La Falanghina viene coltivata soprattutto in zone collinari caratterizzate da un clima caldo e molto secco e si caratterizza per la grandezza dei suoi grappoli, oblunghi oppure tondeggianti e gli acini dalla buccia spessa e robusta.

La vinificazione delle uve e la maturazione dei vini avvengono per lo più in contenitori di acciaio e non di legno, per proteggere la fragranza aromatica dei vini.

La Falanghina si presenta con un colore giallo paglierino e leggeri riflessi verde chiaro. All’olfatto si avvertono le note floreali, fruttate e minerali, mentre al palato il suo sapore risulta fresco, morbido, delicato e con un’ottima acidità. Il retrogusto può essere a volte leggermente amarognolo, a ricordare il sapore del melagrana.

Falanghina è un vino perfetto come aperitivo, ma si abbina molto bene ad antipasti, secondi di pesce, minestre di legumi, pasta ai frutti di mare, carni, bianche, formaggi e verdure di stagione. Si sposa bene anche con formaggi a pasta molle, caprini giovani e mozzarella di bufala Campana.

Greco

Il Greco è un vitigno diffuso in tutta l’Italia centrale, in particolare in Campania, ma anche in Abruzzo, Lazio, Liguria, Molise, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria.

Come quasi tutti i vitigni che contengono il termine “greco” o riferimenti ad esso nella radice del nome, con tutta probabilità proviene dalla Grecia ed è stato importato in Italia dai coloni che fondarono le prime città della Magna Grecia, l’area geografica della penisola italiana meridionale che fu anticamente colonizzata dai Greci a partire dall’VIII secolo a.C.

Il Greco si presenta con un colore giallo paglierino. All’olfatto risulta delicato e piacevole.

Un ottimo vino da abbinare ad aperitivi, antipasti e formaggi a pasta molle

Piedirosso

Il Piedirosso è un vitigno a bacca nera, autoctono della Campania, in particolare della zona di Napoli, le cui origini sono molto antiche.

È anche conosciuto con il suo nome dialettale, Per’ e palummo, che si riferisce ai pedicelli dei chicchi, colorati di rosso come quelli di una zampa di colombo.

Il Piedirosso è un vitigno molto vigoroso e ha maturazione medio-tardiva, collocata nei primi 20 giorni di ottobre. Le sue rese sono nella media o basse, ma costanti. Presenta grappoli di dimensioni medio-grandi, a forma piramidale, piuttosto spargoli, con acini di media grandezza, sferici, con alte concentrazioni di pruina sulla spessa buccia di colore rosso-violaceo.

Il vitigno Piedirosso predilige terreni calcarei e trova in quelli di origine vulcanica della Campania il suo ambiente naturale, specialmente in collina tra i 300-400 metri di quota.

I vini del Piedirosso hanno un bel colore rosso rubino e la loro gamma olfattiva varia dai frutti rossi come prugne e ciliege nei vini giovani fino alle sfumature terziarie di quelli maturati in legno, con note di caffè, tabacco e speziature.

Tra gli abbinamenti del vino Piedirosso, il pollame e la selvaggina da piuma, ma lo si può accompagnare anche con carni strutturate di maiale, salsicce e formaggi stagionati

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